domenica 12 dicembre 2010

Una torre e tre quarti

Ci svegliamo fiduciosi in una giornata almeno decente, a quanto dicevano le previsioni meteo ci dovevano essere un paio di acquazzoni e poi poco nuvoloso. Colazione e rimaniamo indecisi se partire o no per il mirador, sono 7 ore di camminata andata e ritorno per un dislivello complessivo di circa 1500 metri. Alla fine alle 10 partiamo con la speranza che il cielo si apra, arriviamo al Rifugio Cileno, iniziano a cadere palline ghiacciate, continuiamo la nosta ascesa, la pioggia ghiacciata diventa neve, inizia ad imbiancarsi il sentiero e tutto il paesaggio circostante. Ci fermiamo al riparo di un albero per mangiare il nostro pranzo a base di pan carre', prosciutto e formaggio. Ad un certo punto sembra che il tempo migliori, ci affrettiamo e ci inerpichiamo il piu' velocemente possibile per l'ultimo tratto di sentiero che sale e si snoda attraverso enormi blocchi di granito. Arriviamo alla fine e tutto quello che possiamo vedere oltre alla laguna alla base della montagna sono la torre centrale, meta' torre nord e la base di quella sud. Scendiamo parzialmente delusi quando il freddo ci costringe ad abbandonare il campo e una volta giunti nuovamente al Rifugio Cileno sopra di noi splende il sole, ma le torri sono ancora avvolte dalle nuvole.
Per consolarci ci prendiamo delle patatine, una boccia di coca cola e dei biscotti al cioccolato.
Doccia e per cena un "gustosissimo" risotto primavera in busta, e dopo cena ancora all'Hosteria per una birra.
Viste le previsioni meteo non bellissime decidiamo per l'indomani di partire presto e tentare di arrivare a Puerto Natales in un tiro: sono oltre 130 chilometri e quasi tutti sterrati.

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