mercoledì 22 dicembre 2010

Post Scriptum: la Legge di Luciano

Luciano Lepre: cicloviaggiatore italiano con esperienza pluriennale ora di base in Svizzera http://www.veraluc.com/ conosciuto da Dimitri nel viaggio in Costarica.
La Legge di Luciano: Se devo dormire nello sporco dormo nel mio.
Noi abbiamo derivato poi la seguente: Se devo mangiare nello sporco, mangio nel mio.
In questo viaggio abbiamo cercato di rispettare sempre tutto questo, solamente una volta non ci siamo riusciti, quando incontrammo il "cazador de los ciclistas".
Comunque consigliamo a tutti i viaggiatori futuri di fare tesoro di questa legge e della sua derivata, ne uscira' un viaggio migliore e piu' sano. Buona strada a tutti!

martedì 21 dicembre 2010

Ringraziamenti finali

Ringraziamo prima di tutto Anna e Marta, che hanno pazientementente accettato di lasciarci partire per un periodo cosi' lungo e per l'ennesima volta. Eugenio "Giuge" che ci ha messi in contatto e ci ha lanciato l'idea di un viaggio insieme. Matteo che ci ha portati (e speriamo ci venga a prendere) all'aeroporto. Enrico che ha curato il blog con pazienza e dedizione. Stefano di Reptiland che ci ha fornito le magliette che abbiamo indossato tutti i giorni (qualche volta le abbiamo anche lavate), Moreno e Pilo di Princycles per il supporto tecnico ad Alberto e Valerio di Todesco Moto per il supporto tecnico a Dimitri. Dimitri ringrazia in maniera particolare Alessandro che l'ha tenuto per mano nei momenti bui della carriera ciclistica. Stefano (Valbu) per i ricordi del precedente viaggio nel 2003, Marco (MPC) per il costante appoggio morale, Marco (Marcusen) per le uscite mensili di allenamento in montagna.
Ringraziamo le nostre mamme - da bravi italiani - per la loro pazienza ed infine tutti coloro che ci hanno letto, seguito, incoraggiato e postato commenti su questo blog.  

Patagonia I love you

Qualcuno ci fa notare che ci lamentiamo sempre come due zitelle inglesi... E' vero, forse questo e' dovuto al fatto che quando torni in un posto dopo tempo che c'eri gia' stato, tendi a confrontare la prima esperienza con la seconda e a rilevare i cambiamenti. I cambiamenti che ci sono stati qui non ci piacciono. Ciononostante questo viaggio e' stato una esperienza meravigliosa (e un privilegio): quando stai pedalando al massimo dello sforzo nonostante il dolore alle gambe e la stanchezza, le mani ti si intorpidiscono dal freddo, sulla faccia scorrono le gocce della pioggia mista al fango che si alza dalla strada fradicia, i denti digrignati nello sforzo, i piedi ghiacciati che pero' continuano a spingere e la testa che pensa solo ad arrivare, se in quei momenti cio' che ti scorre davanti, boschi, laghi, valli, fiumi, fiordi, cime innevate, animali, ti ricompensa, allora significa che sei nel posto giusto e stai facendo quello che volevi fare. E per noi e' stato cosi'. La meraviglia dei paesaggi in cui siamo passati e la consapevolezza della probabile irripetibilita' di quello che stavamo facendo ci ha ricompensato di tutta la fatica e ha aumentato in noi l'amore per questa terra selvaggia. Ed e' questo amore per la Patagonia che ci fa notare come siano cambiate le persone che la abitano: una volta sincere e ospitali, ora dedite - e neppure tanto velatamente - al loro interesse.         

lunedì 20 dicembre 2010

Tiriamo le somme...

Le somme del viaggio.
DATI DEL PERCORSO: 2230 km totali percorsi, 26.620 metri di dislivello in salita, altitudine massima raggiunta 1120 metri s.l.m., 144 ore totali di pedalata in 26 giorni effettivi. Distanza giornaliera media percorsa 85 km, tempo giornaliero medio di pedalata 5 ore e 30 minuti. Velocita' media complessiva del viaggio 15,3 km/h. Distanza massima percorsa in un giorno: 152,58 km. Tempo massimo di pedalata effettiva in un giorno: 9 ore e 7 minuti.
DATI ALIMENTARI: Fabbisogno calorico giornaliero stimato: 5800 Kcal/giorno. Numero litri di Coca-Cola consumati: circa 100 (stima per difetto). Quantita' di pasta massima ingurgitata in un solo pasto: 400 gr a testa (sugo escluso). Alimento piu' frequentemente consumato: pane con prosciutto e/o formaggio.
DATI ATTREZZATURA: Peso totale medio dell'attrezzatura (bici + bagaglio): 45 kg a testa. Numero di forature: 2 (tutte di Dimitri e in 5 km!). Numero di pattini di freno consumati: 3 copie (tutte di Alberto). Parafanghi rotti per fatica: 1.
DATI IGENICO-SANITARI: Numero di cadute di rilievo: 1. Quantita' di Aulin consumati: 200 mg. Quantita' di Tachipirina consumata 4 g. Notti senza doccia: 2.  Numero di completi da bici effettivamente utilizzati: 1. Numero di lavaggi effettuati al completo da bici: 2. Numero di giorni medi trascorsi nel completo da bici non lavato: 10. Numero di rotoli di carta igienica consumati: 5. Numero di saponette consumate: 2. Numero rasoi da barba consumati: 2.
ALTRI DATI: Stima della spesa totale: 2.750 euro (volo aereo incluso, stima per eccesso): 63 euro/giorno (37 euro/giorno costi di soggiorno). Numero di foto digitali scattate: circa 1.000. Chilometri percorsi in compagnia di un cane: 55 (Contador) + 7 (altro cane) = 62.

Ode al Pizza Bely

Non venite in Patagonia, non venite ad Ushuaia ma se dovete per forza farlo andate a mangiare dal Bely in Avenida Gobernador Paz... Dopo aver constatato l'aumento spropositato dei prezzi dei locali di ristorazione, abbiamo addocchiato una pizzeria-empanaderia dall'apparenza familiare ("casera") gestita da un "abuelito" (nonnetto) con figli e nipoti... Prezzi modici (3,5 pesos ad empanada contro i 6-7 della media), porzioni abbondanti e - la cosa piu' importante - la bonta' del prodotto. Alle pareti foto del nonnetto in abito elegante nella sua passata carriera canora, tipo Frank Sinatra... Il locale e' frequentato principalmente dalle persone del posto, indice di qualita'.   

Riflessioni di viaggio (AL)

Quando ero piccolo, i miei genitori mi portavano in vacanza alle 5 Terre. A prendere un po' di aria di mare perche' ero cagionevole di salute. Le 5 Terre erano un posto selvaggio, in cui si arrivava con treni un po' puzzolenti oppure con una strada sterrata sulla quale, se ti succedeva qualcosa, erano guai... dovevi arrangiarti. La gente coltivava i terrazzamenti e ogni contadino - i contadini vivevano di agricoltura - produceva il suo vino. Gli alloggi erano un po' scomodi ma le persone erano ospitali e sincere. Oggi alle 5 Terre trovi turisti di tutto il mondo che si ingozzano di pizza e spaghetti prodotti apposta per loro da ristoratori milanesi, romani e napoletani che fanno affari spennandoli. Ci sono escursioni guidate alle gallerie dismesse della ferrovia, i sentieri che un tempo erano pensati per collegare i paesi ora sono a pagamento e gli alloggi sono carissimi e di lusso. Di vino ne e' rimasto uno solo: il famoso DOC chiamato "Sciachetra' '". Cos'e' successo? Semplicemente e' arrivato il "turismo industriale". Come dice Marco Paolini, il turismo e' una "industria pesante". Cambia i luoghi omogenizzandoli, modifica le occupazioni delle persone standardizzandole e alla fine la sensazione - che tu sia a Venezia o in Sud Africa - e' quella di essere in un mondo un po' finto che altri hanno preparato per te, per la tua comodita', anzi perche' tu ti possa "rigenerarare" dalle fatiche alienanti della quotidianita'. Cosi' non rimane che pensare a come era Venezia ai tempi di Marco Polo, le 5 Terre ai tempi dei contadini o le Eolie ai tempi dei marinai, oppure la Patagonia ai tempi di Andreas Madsen.
Probabilmente la gente stara' meglio facendo l'albergatore o il conduttore di autobus, non dico di no. Ma il prezzo che paghiamo per il "progresso" e' la perdita' di "diversita' etno-antropologica" per cui della tipicita' di un luogo rimane solo qualche piatto tipico, fatto per per attrarre il turista che vuole qualcosa di nuovo, se non inventato appositamente per lui (come qui in Patagonia, la marmellata di Calafate...).

domenica 19 dicembre 2010

Bahia "La Patacca" (Lapataia)

Oggi ultimo giorno di pedalate in Terra del Fuoco. Decidiamo di andare fino alla fine della ruta nazionale numero 3 alla famosa Bahia Lapataia, all'interno del Parque Nacional Tierra del Fuego. Sono 24 km di sterrato piacevole (anche perche' siamo senza le borse), non c'è vento anche se una pioggerellina lieve ci tiene costantemente umidi. Ci sono 10 gradi. All'ingresso del parco scopriamo che la quota da pagare dal 2008 ad oggi e' lievitata da 30 a 65 pesos che sono circa 13 euro. Voi direte: "Beh, non e' molto!". Bisogna considerare pero' che un fuegino paga solo 5 pesos. La sorpresa ci mette di cattivo umore: Usuraia colpisce ancora! Chiediamo lo sconto "ciclisti", ma non ce lo concedono. Maledetti vampiri, ormai rasentano il ridicolo: hanno perfino costruito il "trenino della fin del mundo", un trenino a rotaie che arriva diretto al Parco Nazionale per chi non volesse utilizzare il banale autobus. Ogni occasione e' buona per raccattare soldi dai turisti. E pensare che alcuni amici osservavano che per fare un viaggio in Patagonia ci vuole coraggio: orami in Patagonia non si corre piu' alcun rischio. Con un portafoglio ben fornito si puo' avere qualsiasi cosa. Quando siamo arrivati al cartello di "fine ruta" abbiamo persino dovuto fare la coda per la foto: orde di turisti scesi da decine di autobus, si susseguivano davanti al cartello per immortalarsi... E pensare che gia' nel 1948 Andreas Madsen diceva "Pobre Patagonia!" perche' vedendo ogni tanto un veicolo a motore passare di fronte alla sua estancia, gli sembrava che la Patagonia stesse perderdendo il suo romanticismo.