lunedì 13 dicembre 2010

Leche de mama (latte di mamma)

Sotto la statua di Magellano a Punta Arenas
Ci svegliamo con calma perche' oggi dobbiamo solo prenotare la Barcaza Crux Australis (il traghetto che domani ci trasferira' dalla Patagonia alla Terra del Fuoco) e portare un po' di vestiti a lavare (ormai l'aroma e' "multimuffa"). Scendiamo a fare colazione nella sala da pranzo del hospedaje: sulle tovaglie troviamo marmellata presumibilmente fossile, risalente alle colazioni dei primi coloni del posto. Notiamo subito che il sapore del latte in polvere e' particolarmente sgradevole. Sicche' anche Dimitri che in genere ingurgita tutto, si astiene dal bere il caffelatte. Al momento di andarsene facciamo presente alla signora che probabilmente il sapore del latte non e' normale. Risposta "Lo se, es leche de mama!" e ci fa vedere anche la confezione! Leche de mama??? Questa ci ha dato da fare colazione con il latte umano liofilizzato!!! Roba da matti... Domani mattina rinunceremo alla colazione. Pedaliamo i 5 km che separano Punta Arenas dalla biglietteria del traghetto e prenotiamo. Torniamo in centro, prepariamo le cose da lavare e usciamo: la citta' e' in "paro nacional" ovvero sciopero nazionale. Nella piazza principale un dirigente sindacale alto 2 metri, largo 2 metri e spesso 2 metri arringa la folla... il problema e' che in Cile tutti parlano con un tono di voce altissimo e attaccando e tagliando le parole. Il risultato e' la completa incomprensibilita' ai non cileni. Tanto per dare un'idea: ricordate il famoso spot della Kodak di alcuni anni fa, quando l'alieno chiedeva lo sviluppo su carta Kodak, dicendo: "Ciribiribi Kodak"? Ecco... forse stava parlando in cileno... Dopo una "Pichanga" per due (piatto tipico di carne mista), visitiamo il Museo Regionale di Punta Arenas, la ex-dimora della famiglia Menendez Behety Braun che in societa' con i Nogueria fondarono la Societa' Anonima importadora y exportadora: una multinazionale del commercio patagonico che condiziono' la politica di Cile e Argentina e che - tra le altre cose - chiese il massacro dell'Estancia la Anita, di cui abbiamo gia' parlato. Ah, abbiamo visto anche la certificazione scritta (e affissa) della Indulgenza Plenaria per tutta la famiglia fino al terzo grado di parentela concessa dal papa di allora...

2 commenti:

  1. Grazie ancora per allietarci le sere con le vostre descrizioni e le vostre foto che ci danno un'idea chiara del volto selvaggio di queste terre.
    Andrea non puo' credere che abbiamo massacrato 1500 persone e dice che domani controllera' su Internet :-)

    Incredibile la foto del ghiacciaio e molto bella quella con le cime innevate che si riflettono nei laghetti.

    Una cosa ci sorprende: il tempo cosi' nefasto... ma e' proprio la stagione migliore per visitare?

    Dopo questa missione impossibile, attaccherete al chiodo le biciclette per qualche mese o state gia' programmando il prossimo viaggio?

    ... ok... abbiamo una domanda di gruppo... a chi e' stata data l'indulgenza plenaria: alle famiglie dei massacrati o a quelle dei massacratori????

    Buon proseguimento :-)

    Irene, Andrea, nonno & nonna

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  2. Il massacro e' avvenuto tra il 7 e l'11 dicembre 1921 ad opera delle truppe del colonnello Varela presso l'estancia Anita di El Calafate.
    Il primo resoconto dei fatti e' pubblicato in un libro che si chiama la "Patagonia tragica" di Borrero le cui copie sono state tutte acquistate al momento dell'uscita dalla famiglia Menendez
    Il resoconto successivo, quello piu' noto, e' contenuto nella "Patagonia rebelde" di Bayer.
    Comunque ne parla anche Chatwin in "In Patagonia"
    L'indulgenza plenaria naturalmente e' stata concessa ai mandanti del massacro.

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