lunedì 15 novembre 2010
El Chocon "La perla della Patagonia"
Come previsto sabato mattina - giornata di meteo fantastico - abbiamo preso la macchina (una FIAT Siena! e chi l'ha mai sentita) e siamo partiti per Neuquen. Siamo passati dal Valle Incantado dove ero passato in bici nel 2008 e dove ho riconosciuto il posticino in riva al Rio Limay dove avevo campeggiato e dove ero stato in dubbio se farmi una flebo di cortisone per il gonfiore all'ugola dovuto alla polvere che avevo respirato). Dopo diverse centianaia di chilometri siamo arrivati al El Chocon, un paesino in riva ai laghi del bacino del fiume Rio Negro (un sistema di giganteschi laghi artificiali ideati da un ingegnere italiano - Cesare Cipolletti - a cui hanno anche intitolato una cittadina). El Chocon era uno degli obiettivi di Dimitri perche' c'è un museo di dinosauri con ricostruzione di uno scheletro di Giganotosaurus carolinii, il piu' grande carnivoro che sia mai esistito. El Chocon e' anche una localita' lacustre "upper class" con villette in posizione panoramica con giardinetto all'inglese che fa uno strano effetto sullo sfondo dei valloni di steppa patagonica parzialmente allagata dalle dighe. Dopo un servizio fotografico alla localita' - Dimitri se n'e' innamorato - siamo andati diritti a Vista Alegre, un sobborgo di Neuquen dove vive Attilio Lavarini. Nel 1922 Angelo - il padre - partito da Vaggimal (Lessinia) - era approdato qui all'eta' di 20 anni circa e conosciuta una bella ragazza con sangue Mapuche (indios patoagonici) aveva messo su famiglia con 5 figli. Le cose hanno avuto una evoluzione tragica perche' Angelo mori' improvvisamente; la madre non riuscendo a mantenere 5 figli ne aveva dovuti dare 4 - Attilio compreso - in affido ad altre famiglie italiane. I bambini persero i contatti con l'Italia e solo quanche anno fa - grazie ad internet - da Vaggimal parti' una telefonata con cui il legame si ricostitui' e i familiari seppero del tragico destino di Angelo e della famiglia. Oggi Attilio e' un arzillo 75 enne, un po' triste per la perdita della moglie, che si dedica alla pesca e continua a fare l'idraulico ma solo per gli amici. La sua ospitalita' e' cosi' generosa che mi rendo conto di godere - come italiano - di un affetto che viene da quello che altri hanno seminato. La sera scorre veloce tra le "milanese" che Attilio ci prepara, i suoi ricordi e le nostre domande.
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